Mercante d'arte e collezionista italiano
Ore:14-15
Sintesi: un osservatore d'eccezione delle opere conservate nella reggia
Sono Jean De Breteuil, esperto d’arte e mercante veneziano, colleziono opere realizzate dai più famosi artisti dell’ Europa. Sono stato chiamato a Versailles, alla corte del re di Francia Luigi XIV, per osservare quadri e sculture che si trovano nella sua quadreria.
Ospite del conte Adalardo di Chalon, riferisco in questo diario le mie impressioni: ne trarrò poi una relazione per il Sovrano stesso a nome del nobiluomo che mi ha invitato. Immagino che vorrà donargli qualche opera di valore per ingraziarselo. Devo fare dunque un buon lavoro e ci guadagnerò qualcosa anch’io.
Ho appena finito di passeggiare nei giardini di Versailles, accompagnato dal mio ospite, il conte Adalardo di Chalon e ne sono rimasto molto impressionato.
Adesso mi trovo nella quadreria del re ad osservare le opere esposte. Mentre cammino vedo innumerevoli quadri tra cui un ritratto, che pare rappresenti il sovrano in persona. Il dipinto è abbastanza grande, con dettagli frivoli e colorati molto ricercati. È stato dipinto da Hyacinthe Rigaud, un pittore francese che non conosco in modo approfondito, ma so che ha origine catalane e possiede la nomina di pittore del re. Non certo un capolavoro. Riconosco che il ritratto è stato fatto con la tecnica a olio su tela: infatti ha utilizzato pigmenti in polvere mescolati con oli essiccanti.
In primo piano vedo chiaramente il re che posa a figura intera, ha un’aria decisa e fiera di sé; sullo sfondo invece noto un campo di battaglia: guerrafondaio com’è non me ne meraviglio, ma il suo contegno distratto fa capire che non sa quanto sangue viene versato in suo nome. Il Sole fatto persona indossa un’armatura brunita, che possiede due pettorine, cosciali profilati da strisce di tessuto rosa, guanto color bianco con spacchetti al polso e uno jabot di pizzo annodato sul collo. Indossa poi una parrucca alla sovrana e sul retro intravedo un fiocco nero che lega i boccoli. Sul petto cinge un nastro azzurro: è un omaggio all’Ordine dello Spirito Santo, poi noto anche dei gigli dorati incisi sui gomiti e sulle ginocchia, che sono il simbolo dei Borboni. Ci vuole poco a capire che non è lui a combattere con tutti quei fronzoli!
Dopo aver osservato la parte superiore, sposto il mio sguardo e le mie attenzioni in quella sotto: vedo che indossa calze nere che salgono lungo la coscia, porta delle scarpette dalle punte squadrate e i tacchi alti e larghi; la mano destra impugna un bastone di comando poggiato su un elmo.
Nel complesso il ritratto mi è piaciuto, anche se i colori non sono molto adatti a una battaglia, infatti l’unico particolare militaresco che sono riuscito a trovare è il tallone speronato. Si ripara dietro una roccia e osserva chi lo guarda, ottimo per impressionare questi nobili che vivono in cattività nella sua reggia. Sembrano non rendersi conto della trappola in cui sono stati messi, ma me lo terrò per me...
vedo però anche una scultura di cui tutti parlano, si trova in fondo alla quadreria...
Eccomi davanti alla statua equestre del Re Luigi XIV, un’opera di Gian Lorenzo Bernini, uno degli artisti italiani più celebri.
Lo stile dell’opera è quella di una scultura romana classica e so che è stata realizzata grazie all’aiuto degli artisti dell’Acadèmie de France a Roma, con la guida del grande artista nostrano.
Osservando la statua vedo che rappresenta Luigi XIV in vesti divine e nobili: il mantello mosso dal vento, la postura reale e la parrucca stracolma di boccoli lo rendono grandioso. Ultimamente ho scoperto che il re non ha apprezzato molto la versione originale della scultura, quindi l’opera è stata rielaborata per mano di Girardon, che ha eliminato la sella sulla quale si sedeva il re, ha reso la testa di Luigi XIV uguale a quella di Marco Curzio e ha modificato la direzione dello sguardo del sovrano. Quest’opera a parere mio è ancora abbastanza dettagliata e maestosa, ma non mi convince il riferimento all’antica Roma: appropriarsi di un passato che non gli appartiene! Rovinare in questo modo l’opera di un grande artista! Le fiamme al posto delle insegne! Chi si crede di essere! Il cavallo che guarda nella stessa direzione del sovrano: cosa significa poi? E la sella? Forse saprebbe cavalcare senza come un guerriero romano? Si getterebbe in una voragine come fece Marco Curzio per salvare il suo popolo? Mi vien da ridere! Il popolo muore di fame!
Il nostro Doge è ben migliore di lui.
Appena finito di analizzare questa scultura, che per me non ritrae affatto il personaggio che si dimostra nella realtà, cammino svelto verso l’uscita della galleria, finché i miei occhi si posano su un quadro, precisamente un altro ritratto raffigurante Sua Maestà. A dire la verità mi è sembrato proprio il ritratto che avevo visto in precedenza, ma guardandolo meglio mi accorgo che sia l’ambiente e sia i vestiti sono diversi.
Ancora quel Rigaud: sempre lui deve fare i ritratti! Un bravo re con buon gusto non avrebbe mai scelto la stessa persona per realizzare un altro ritratto! Poi sempre stessa tecnica, stessa posa, stesso sguardo...questi francesi non hanno un pizzico di originalità. Il Bernini non avrebbe mai dipinto due delle sue opere con caratteristiche così simili!
Lasciando a dopo le mie opinioni, adesso cerco di osservare quest’opera, se così si può chiamare.
Innanzitutto il re posa sempre con il tallone speronato, con un volto sicuro di sé...non dubitavo! Vedo però un cambiamento abbastanza visibile nei vestiti: indossa un mantello, sulla cui parte esterna, su sfondo blu, sono ricamati dei gigli borbonici; nella parte interna, su sfondo bianco, è foderato di ermellino. La scelta dei colori per questo capo d’abbigliamento non mi dispiace tanto e, a differenza del ritratto precedente, sta bene con lo sfondo.
Come ho già fatto notare prima, la posa è identica: mano sinistra appoggiata sul fianco e mano destra che, invece di tenere un bastone, regge uno scettro che poggia su una corona.
Ci sono altri dettagli sui quali mi soffermerei, ma in questo momento mi sembra superfluo: già sono rimasto scioccato dalle modifiche che quel Girardon ha riportato sulla perfetta scultura di Bernini, che oltretutto ha rispettava l’aspetto reale del sovrano, poi mi sono sforzato di osservare un ritratto che avevo già visto in precedenza.
Sinceramente ho visto opere anche peggiori, che però possedevano particolarità e caratteristiche interessanti su cui soffermarsi e farsi magari due risate, ma quelle che ho visto oggi a Versailles erano...come dire...NOIOSE. Mi aspettavo di meglio dato che i giardini mi sono sembrati una meraviglia, ma visto com’è realmente il re, non ci si poteva aspettare risultato migliore.
Se devo scegliere l’opera di miglior fattura tra quelle analizzate, sceglierei la scultura...per il semplice fatto che almeno presenta le misure esatte del re.
Finalmente ho finito di dare le mie opinioni su queste opere, che se fossero state illustrate da veri artisti, come sono ovviamente quelli di origine italiana, sarebbero state un bozzetto o uno schizzo per la creazione di un capolavoro.